1^ Tappa: Lucera-Roseto Valfortore
La Tappa – 1° Giro della Daunia, si svolgerà il 19 settembre 2024 partendo dalla città di Lucera e con arrivo a Roseto Valfortore, attraversando diverse località della daunia e precisamente: Lucera, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Pietramontecorvino, Motta Montecorvino, Carlantino, San Marco La Catola, Volturara Appula, Alberona, Castelluccio Valmaggiore, Faeto, Roseto Valfortore
Lucera, l'altitudine minima è di 209 m s.l.m. ed è sita nel territorio della “Daunia”. Ai piedi dei colli cittadini scorrono i torrenti Salsola e Vulgano, entrambi confluenti nel Candelaro. Più a sud, alla confluenza tra i torrenti Lorenzo e Celone, è presente un invaso artificiale (realizzato nel 1990).
Il toponimo "Lucera" ha origini incerte, visti i molteplici nomi con cui il borgo è chiamato nelle fonti storiche. L'appellativo della città potrebbe derivare dal nome della tribù serviana dei Luceres, anche se secondo alcuni sarebbe da ricondurre alla dea Lucina che fu venerata in città[10].
Un altro studio suffraga l'ipotesi che uno degli appellativi con cui la città era conosciuta nel Medioevo provenga dalle colline su cui poggia la città. Esse infatti erano coperte di un bosco, sacro agli dei; nel primitivo linguaggio etrusco “bosco sacro” era detto luk-eri (luk in latino è lucus, eri significa "sacer, sacro"). Dall'etrusco Lukeri si arriva così a Luceria. Tuttavia, non è da escludere che il nome Lucera derivi dal greco leuka eria che significa “lana bianca”, perché anche i poeti latini Orazio e Marziale lodarono Lucera per la rinomata lana delle sue greggi e per i suoi pascoli, così come non si può escludere che Lucera derivi dal praenomen Lucius di Dauno, re eponimo dei Dauni, o più genericamente dalla parola latina lucem (da lux che significa luce), alla quale anche le precedenti ipotesi sono comunque etimologicamente connesse
Roseto Valfortore, sorge fra i monti della Daunia, su di un'altura collinare a 658 m s.l.m. in posizione dominante l'alta valle del fiume Fortore. Il territorio comunale, interamente montano (il monte Saraceno raggiunge i 1145 m s.l.m. e diverse altre vette superano quota 1 000), è piuttosto ampio e si spinge a sud fino all'alta valle del Miscano, sul versante tirrenico, ove nel Medioevo era situato il borgo fortificato di Vetrisciello con due monasteri e la chiesa di San Quirico. Tale antico borgo, soggetto alla diocesi di Ariano, risultava distrutto già alla metà del Quattrocento, ma da esso ha preso nome il bosco Vetruscelli, il più grande complesso boschivo naturale afferente al sito di importanza comunitaria Monte Cornacchia - Bosco di Faeto.